Nel 2010 Tim Wu, avvocato e professore alla Columbia Law School, pubblicava il libro “The Master Switch” in cui dimostrava come tutte le industrie dei media e delle comunicazioni fossero caratterizzate da una patologia specifica che prima o poi rende inefficaci i meccanismi di autoregolazione del mercato e porta ad un monopolio (o oligopolio).

Era l’anno in cui Facebook con i suoi 500M di iscritti era appena arrivata al break-even, Netflix aveva meno di 20M di utenti (solo in US), le azioni di Amazon valevano 1/15 di quelle attuali ed era da poco scoppiato il fenomeno “smartphone”. La top ten delle maggiori aziende per capitalizzazione a livello mondiale, dominata da aziende petrolifere e banche, vedeva Apple e Microsoft al terzo e decimo posto rispettivamente.

Nello stesso anno Barak Obama, sensibile ai temi della Network Neutrality (termine coniato proprio da Tim Wu) ispirava una prima direttiva di FCC a favore della NN, successivamente rivista e rafforzata nel 2015 con il “Open Internet Order”: la preoccupazione dei regolatori era soprattutto quella di limitare la discrezionalità degli operatori di telecomunicazione, in modo da garantire una parità di trattamento per tutti i content provider e per tutti i fruitori finali dei servizi Internet.

Tanta acqua è passata sotto i ponti da allora. Oggi nelle prime posizioni per capitalizzazione compaiono Apple, Amazon, Alphabet, Microsoft, Facebook, Tencent e Alibaba Group e nel contempo l’attuale presidente americano ha già ottenuto che FCC modifichi radicalmente le regole della Network Neutrality.

Sembra proprio che il “Master Switch” sia scattato a beneficio dei cosiddetti “Over The Top”, quei soggetti che hanno come limite l’intera popolazione del mondo e non hanno limiti alla scalabilità dei loro servizi.

Saranno loro le uniche piattaforme, le aziende globali che definiscono il mondo del 21o secolo? Riteniamo che la “diversità” sia un valore che debba essere salvaguardato, oppure pensiamo che sia inevitabile che l’industria di Internet si consolidi in pochi operatori globali? Perché non ci sono soggetti europei tra gli OTT? C’è ancora la possibilità che nascano in Europa e in Italia soggetti in grado di competere con loro?

Questo è il tema e le domande che ci porremo durante il Salotto del MIX 2018 come di consueto insieme ad autorevoli interlocutori.